1. Le parole sono importanti!/Varie

Ucraina: lezioni di coraggio e dignità

Il governo ucraino spende tanti sforzi per reclutare volontari da mandare a fare la guerra nel Nord-est contro le regioni dette separatiste.
Spot alla televisione, come questo qui sotto, dove si usa un umorismo maschilista di dubbia qualità per degli obiettivi ancora più sospetti.

Nel secondo video, siamo a Zaporojie, una città media a Sudest di Kiev, nel cuore dell’Ucraina. Un ufficiale reclutatore arringa la folla con discorsi stereotipati e slogan scontati. Vuole portare volontari a combattere a Donezck. La folla non sembra molto d’accordo ma protesta timidamente il proprio dissenso, fin quando una donna sale sul palco e prende il microfono dalle mani del militare…

Il discorso che tiene è una vera lezione di coraggio e di lucidità.

4 thoughts on “Ucraina: lezioni di coraggio e dignità

  1. Buon giorno! Vorrei osservare che l’affermazione “per reclutare volontari da mandare a fare la guerra nel Nord-est contro le regioni dette separatiste” in merito al primo ideo reca in sé una serie di bugie. Primo: non è un video nuovo, era stato pubblicato il 19 novembre del 2013, quando non era neanche cominciata la protesta in piazza. Pertanto, è antecedente al inizio delle operazioni militari nel Donbass. Terzo, invita ad entrare nel esercito regolare, e non nei “battaglioni dei volontari”. Quarto: le regioni di cui si tratta non sono “dette” separatiste, ma lo sono di fatto, avendo votato per la separazione dalla Ucraina. “Separatista” non è una parolaccia, da cui prendere le distanze, ma una posizione politica su cui si basa la separazione (appunto) di Doneck e Luhans dal resto dle paese.

  2. Ripeto il commento senza errori di battitura. Ero di fretta per cui ho scritto sbagliando.
    Buon giorno! Vorrei osservare che l’affermazione “per reclutare volontari da mandare a fare la guerra nel Nord-est contro le regioni dette separatiste” in merito al primo video reca in sé una serie di bugie. Primo: non è un video nuovo, era stato pubblicato il 19 novembre del 2013, quando non era neanche cominciata la protesta in piazza (cfr. https://www.youtube.com/watch?t=211&v=ZywQV1ICBYA). Pertanto, è antecedente all’inizio delle operazioni militari nel Donbass. Terzo, invita ad entrare nel esercito regolare, e non nei “battaglioni dei volontari”. Quarto: le regioni di cui si tratta non sono “dette” separatiste, ma lo sono di fatto, avendo votato per la separazione dalla Ucraina. “Separatista” non è una parolaccia, da cui prendere le distanze, ma una posizione politica su cui si basa la separazione (appunto) di Doneck e Luhansk dal resto del paese.

    • Ci sono alcune osservazioni anche sul secondo video. Ad esempio, su base di cosa si è dedotto che siamo nella città di Zaporojie, visto che nel video non è mai menzionato o inquadrato in qualche modo il riferimento al luogo. Forse si potrebbe conoscere il link al video originale? Inoltre, sarei curiosa anche di capire su che principi si basano i sottotitoli, ad esempio, come mai le parole “giunta ucraina”, pronunciate dalla signora che ha preso parola tre volte, vengono tradotte ogni volta con “giunta nazista”? Come mai abbiamo “dove erravate” al posto di “dove eravate”? Come mai “rione” (cioè quartiere) diventa “regione”? Per quale motivo la traduzione tanto meticolosa si ferma al minuto 3:02, e fino alla fine del video (3.49) nulla viene tradotto, mentre la signora dice cose significative.
      Per quanto riguarda “coraggio e di lucidità” vorrei osservare che lei prima cita il fatto che lo stato cerca di togliere loro i diritti (cioè il diritto di non conoscere la lingua nazionale, altro non viene menzionato), ma poi quando si arriva alla parte dei doveri del cittadino di fronte allo stato, dice “noi non dobbiamo niente a nessuno”, ovvero voi ci dovete tutto ma noi a voi niente. La coerenza manca anche quando la stessa donna da un lato giustifica sia il distacco di Crimea e la scelta di Doneck e Luhansk di “vivere diversamente” (ovvero chiedere id unirsi al paese confinante), ma poi proclama di voler “lavorare in pace per costruire Ucraina”. Allora, costruire o distruggere? Curioso anche sentir parlare sul serio di “ci avete privato del diritto di parlare la nostra lingua russa” se sia la signora che il presunto reclutatore (dunque, ufficiale del governo) parlano tranquillamente in russo, e anche a livello statale nessuna legge in merito è stato introdotta.

      • Cara MArina,
        Ti rispondo io perché l’articolo l’ho impaginato io e pubblicato io. Anche se è stato proposto da una persona esterna che non ha voluto firmare con il proprio nome. La situazione è brutta e non tutti se la sentono di buttarsi nella mischia.
        Confesso anche che l’errore del primo video l’ho commesso io. L’ho aggiunto io. Qualcuno me l’aveva segnalato e io ho creduto fosse legato alla guerra attuale. Quando ho visto che ufficiali dell’esercito girano le città per reclutare volontari ho pensato fosse parte della stessa campagna.
        Non so quanti errori ci sono nei sottotitoli ma ho chiesto a una persona che sa il russo e l’ucraino di verificare se era più o meno fedele a quello che si diceva nel video e mi ha confermato che più o meno lo era. è ovvio che è un lavoro fatto alla buona. Non è un lavoro da professionisti.
        Ora aldilà dei piccoli difetti e errori (come la doppia in erravate invece di eravate), la sostanza del discorso è che un militare viene a cercare uomini da mandare al macello per ammazzare altri uomini e farsi ammazzare. Perché la guerra è questa. C’è poco da dire su questo. Lui cerca uomini da mandare al fronte e delle donne lo prendono di mira e gliene dicono di tutti i colori. Questa è secondo me la lezione di coraggio. “Le parole: noi abbiamo figli e nipoti da crescere…” è il succo della resistenza contro la guerra. Da quando il mondo è mondo. E per questo ho considerato che questo video ci stava in blog.

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