I pensieri del cammello

scrivere

Questo silenzio. La musica in sottofondo. Io seduto qui davanti al computer. Devo scrivere. Scrivere qualcosa. Una voglia immensa di raccontare qualcosa. Poi niente. Non mi viene niente. Nessuna ispirazione. Aiuto. Non riesco più a scrivere. Alla fine ho come l’impressione di avere già affrontato tanti argomenti. Tante storie. Ho parlato di me, della mia vita, del mio quotidiano. Ho camminato incontrando le persone e ho raccontato le loro storie. Ho parlato dell’Africa, del Burkina Faso. Ho raccontato questa Italia, la mia nuova terra. Di questa città dove mi sento a casa. Parma. Le sue strade che conosco. Ho sentito le voci delle mamme che uscivano dalle finestre. I profumi dei piatti cucinati. Il suono dei pianti dei bambini. Ho raccontato dei caffè alla mattina mentre leggevo il giornale. La Gazzetta di Parma, che ho imparato a guardare sempre dall’ultima pagina per vedere se c’è qualche morto che conosco. Ho letto le notizie che raccontavano la cronaca della città, notizie ormai familiari, ormai sono di qui. A volte ricordavo del viaggio che dal Burkina mi aveva portato all’Italia, dei momenti bui dove mi chiedevo se aveva senso migrare. Immigrato clandestino ho conosciuto il dolore e il pianto, ma anche la speranza, la possibilità di ricominciare da capo e di non avere più paura. Venendo da lontano ho sempre voluto arrivare in alto. Ho avuto momenti di dubbi incredibili, su di me, sulla mia vita. Sono tornato spesso sui miei passi cercando delle risposte a tante di queste domande. Ho odiato. Amato. Tanto. Poi ho scoperto la scrittura. Scrivere. Far uscire da dentro di te delle parole. Raccontare. Vivere. Ho scritto piangendo. Ho scritto ridendo. Ho scritto sognando. Ho scritto. Di te. Di me. Di quel tempo che passa. Della vita. Scrivere è un dolore immenso. Come una nascita. Partorire è sempre stato doloroso. Poi esce il bambino e torna il sorriso. Ho tanta voglia di scrivere. Sempre. Di questa musica leggera che entra dalla mia finestra. Dell’amore impossibile. Mamma mia come ti amo. Dell’amico che è andato lontano e che non vedo più. Delle mamme che piangono perché non capiscono più i loro figli. Di te che non conosco, ma che spero di incontrare un giorno. Scrivere. Di cose belle. Di cose brutte. Di quelle piccole cose, apparentemente banali, ma che fanno la vita. Voglio scrivere la vita.

4 thoughts on “scrivere

  1. Cleo questo pezzo mi ha fatto venire i brividi e venire un’espressione sognante negli occhi. Scrivi allora. Nessuno ci può togliere questa cosa, o renderla meno nobile. E non mi arrabbio più di tante cose, sapendo che almeno posso sempre continuare a scrivere, di cose che mi appartengono e nessuno può banalizzare, svendere, monetizzare.

  2. Grazie per aver condiviso quello che scrivi. Mi auguro che tu possa scrivere sempre con la stessa passione che, trasportandoti, ti guida. Mi auguro che, con la stessa delicatezza e raffinatezza, tu sia sempre in grado di sfiorare le emozioni della gente. Scrivere è un atto di generosità. Non tutte le persone possiedono questo dono, non tutti sanno essere generosi. Spero di aver la possibilità di leggere, poiché solamente leggendo posso apprezzare questa generosità.

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