foto e testo di Sarah Zuhra Lukanic. Bisogna ricordare. L’uomo ha bisogno di simboli per non perdersi nella miseria quotidiana. A volte sembra che gli eventi atroci ci concedono una sosta per riflettere. Per pensare che masticare il pane quotidiano non è puoi così scontato. Mi capita di avere questa sensazione addosso come un fioretto che si lega al … Continua a leggere
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Quando l’immigrata è grata
Qualche giorno fa un “almino” (il blogger di Alma in gergo) ha postato un articolo assai serio e provocante(Quando vedo un immigrato intervistato io soffro ). Immediatamente mi è venuto in mente il serial degli orrori e degli indecorosi perbenismi vissuti frequentando le famigerate cene etniche che spopolavano nell’intera italica penisola negli anni ’90. … Continua a leggere
IL MIO GIORNO DEL RICORDO – La storia di zia Renata e le altre
Immagine indelebile. Zia Renata aveva le trecce folte e pesanti. Ramate. Indossava il capotto verde di mia nonna Viktoria. Le scarpe erano il regalo di Romano, il vicino di casa Burul, che durante la guerra aveva il promiscuo mercato delle calzature che trafugava da Trieste e dintorni. Ne aveva per tutte le occasioni: i funerali, … Continua a leggere
MEMORIE IN COMUNE
Alcune persone che attraversano la nostra vita ci rimangono addosso come la coperta di Linus. Indelebili. Come se andassero a spasso sottobraccio con noi. Di continuo. Una di loro per me è il regista teatrale Rahim Burhan, nato a Skopje in Macedonia. Ideatore e direttore artistico del Roma-teatro “Pralipe” , che nella lingua romanì significa … Continua a leggere
Le ultime notizie dal mio Sud
Parafrasando il titolo dell’ultimo libro di Luis Sepúlveda “Le ultime notizie dal Sud”, mi sento scaraventata dentro il burrone del bollettino d’informazione, dove non è difficile pescare “la notizia”. Tutto fa notizia. Nasce e muore. Un usa e getta. Tutto fa brodo. Ecco che fare “il cuoco” diventa più fico. Il Master Chef diventa come … Continua a leggere